Ha sede a Menfi, presso la Fondazione
Inycon, dove oltre 20 operatori espongono frutta e ortaggi di stagione,
formaggi, ma anche miele e conserve provenienti dalle proprie aziende.
Promotori del mercato sono l’Unione dei Comuni delle Terre Sicane (Menfi, Montevago, Sambuca di Sicilia e Santa Margherita di Belìce)
e la SOAT di Menfi dell’Assessorato delle Risorse Agricole e
Alimentari, insieme ad una partnership territoriale composta da
Coldiretti, CIA, Confagricoltura, Consorzio di Tutela della Vastedda
della Valle del Belice, Strada del Vino Terre Sicane, GAL Terre del
Gattopardo, Slow Food e Associazione Regionale Allevatori di Agrigento.
Finalità del mercato: accorciare la filiera, garantire una maggiore redditività ai produttori e dare garanzie di qualità e minori costi ai consumatori.
Negli anni cinquanta, un gruppo di
viticoltori di Menfi ha creato Cantine Settesoli, azienda cooperativa
allo scopo di coordinare, qualificare e promuovere il patrimonio
eno-tecnologico del comprensorio menfitano.
Nel 1995 il vino di Menfi ha ottenuto il riconoscimento della DOC (Denominazione di Origine Controllata).
Si tratta di una DOC
innovativa nel panorama nazionale perché è nata dopo un lungo lavoro di
studio dei vitigni e del territorio condotto dall’Istituto Regionale
Vite e Vino di Palermo in collaborazione con l’Università di Milano e
l’Istituto Agrario Provinciale di San Michele all’Adige. A seguito di
questo complesso studio sono stati selezionati i territori e i
microclimi più adatti per la produzione del vino DOC.
l territorio delle Terre Sicane, a tradizione viticola ed enologica, è ricco di arte, bellezze paesaggistiche ed al tempo stesso prodigo di prodotti di indiscussa qualità e tipicità, come la Vastedda, i carciofi, i meloni d'inverno, l'olio extravergine d'oliva, il pesce mediterraneo, le conserve. E poi il ficodindia, "Ficodindia di S. Margherita di Belice", la cui coltivazione in questa zona vanta tradizioni antichissime, un frutto che attrae alla vista e delizia al gusto.
In Sicilia il melone d'inverno
(a buccia gialla e verde) fu introdotto dagli ebrei, quando arrivarono
con i Romani, ma la sua diffusione fu opera degli arabi, che ne
conoscevano la tecnica di coltivazione.
Il suo nome deriva dal
fatto che i frutti, nonostante raccolti nel periodo compreso tra luglio e
settembre, possono essere conservati fino all’inverno. A Menfi vengono
coltivati circa 150 ettari di melone giallo in coltura irrigua.
Questo frutto che
contiene delle sostanze capaci di curare determinate patologie, produce
anche effetti salutistici: favorisce l’eliminazione delle tossine,
azione depurativa e diuretica, anticoagulante, antireumatica.
Ottimo come antipasto, come frutto dopo i pasti.
Menfi è una delle zone più vocate in Italia per la produzione del carciofo.
La coltura riveste una superficie di oltre 700 ettari ed è una delle voci più importanti dell’economia.
La specialità del luogo è
il carciofo spinoso violetto siciliano, presente a Menfi da circa un
secolo, cresce da novembre ad aprile ed è un carciofo di dimensioni
piccole, ma profumato e gustoso, ottimo per essere consumato crudo, ma
eccellente anche conservato.
Nello stesso periodo
cresce anche il violetto di Provenza altro carciofo di piccole
dimensioni e dal colorito violaceo. Da febbraio a maggio crescono altre
due varietà di carciofo: il romanesco (ampio e senza punte) e il
violetto di Toscana.
Il carciofo è da secoli
considerato una pianta officinale. Oltre alla fibra, vitamine, sali
minerali contiene sostanze capaci di prevenire o curare certe patologie,
come il colesterolo grazie ai composti fenolici.
La cinarina ha un’azione
efficace nelle lesioni epatiche e renali, favorisce la secrezione
biliare, la diuresi e facilita l’eliminazione della colesterina.
La pecora della “Valle del Belice”
ha una spiccata attitudine alla produzione del latte; nasce da un
incrocio tra le razze siciliane “Pinzirita” e “Comisana” con la razza
Sarda.
Probabilmente furono i
Saraceni ad introdurla dopo le predazioni avvenute in vaste aree del
Mediterraneo, tra cui anche la Sardegna.
Sono circa 60.000 i capi
allevati prevalentemente nei territori di Menfi, Santa Margherita di
Belice, Montevago, Sambuca di Sicilia, Contessa Entellina, Caltabellotta
e Sciacca.
L’opera di selezione
condotta nel corso dei secoli dagli allevatori ha consentito di
raggiungere prestazioni produttive di alto livello, che consentono a
questa pecora di essere inserita a pieno titolo tra le migliori razze
ovine d’Italia per il latte.
LA VASTEDDA
Solo in estate, infatti, il latte delle pecore della “Valle del Belice” diviene più ricco degli intensi aromi e di quei componenti che ne consentono il tipico procedimento di lavorazione: una antichissima tradizione ereditata e costruita dai Maestri Casari della Valle.
La Vastedda è un prodotto che va consumato fresco, subito dopo la caseificazione.
In Italia non sono noti altri formaggi ottenuti con questo tipo di procedimento artigianale e per tale originalità è stato attribuito alla Vastedda della Valle del Belice il riconoscimento della D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta).
L'olivo, in ordine d’importanza è la terza
coltura più redditizia nell'area Terre Sicane, dopo la vite e il
carciofo e ricopre una superficie di circa 850 ettari.
La sua coltivazione è indirizzata prevalentemente alla produzione di olio.
Gli alberi sono
prevalentemente molto vecchi ed è uno spettacolo della natura ammirare
le forme nodose e contorte di questi alberi centenari.
Nel territorio di Menfi le varietà di olive coltivate sono soprattutto biancolilla (80%), la nocellara del Belice (che è una varietà autoctona) e la cerasuola.
L'olio prodotto, per la gran parte dei casi, è il risultato di una miscela naturale delle tre cultivar citate.
Le produzioni oleicole di
questo territorio rientrano nell'ambito della D.O.P. "Val di Mazara",
che disciplina rigidamente il processo di produzione.
L'elevata qualità delle
produzioni locali è testimoniata anche dai numerosi premi attribuiti
agli oli della zona, in occasione di concorsi e manifestazioni a
carattere nazionale ed internazionale (Sol di Verona, ecc..).
L'olio extravergine
d'oliva prodotto nelle Terre Sicane si può trovare in commercio tutto
l'anno confezionato in bottiglie da 0,75 1 e contenitori da 15.
L'olio è il componente principale di tutti i condimenti della cucina mediterranea.
Un filo d'olio è una semplice espressione che si ritrova in tutte le ricette della cucina siciliana.
Il frutto del ficodindia è una bacca di forma ovoidale apprezzato dai consumatori per lo spiccato gusto esotico.
Esistono tre varietà: la
gialla, detta sulfarina, la rossa o sanguigna e la bianca, chiamata
anche muscaredda che hanno gusti sensibilmente differenti tra loro.
La varietà più diffusa è la gialla, poiché più resistente alle avversità climatiche.
Ciascuna varietà può dare
origine, in relazione al tipo di pratica colturale adottata, a due
tipologie di ficodindia: il frutto che matura ad agosto, detto agostino
ed uno ad ottobre, detto bastardone; quest'ultimo è ottenuto attuando la
pratica colturale della scozzolatura con la quale si riesce, attraverso
un diradamento dei piccoli frutti, ad ottenere frutti più grossi.
Il ficodindia, dato il
suo contenuto in zuccheri ed amminoacidi, favorisce la diuresi ed è
indicato dai medici per la terapia delle funzioni renali.
Questo frutto si inserisce egregiamente nella dieta mediterranea.
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